Progettazione e immaginazione. Visione e obiettivi. Per costruire il mondo nuovo, occorre fare quello che mai si è fatto: gli ingegneri di domani sono umanisti capaci di leggere la complessità e risolvere problemi nuovi con approccio inedito, applicando le migliori innovazioni con senso critico e una visione multidimensionale.

Lo sviluppo sostenibile ha bisogno del protagonismo di tutti e le nuove generazioni hanno un ruolo fondamentale. È a loro che appartiene il futuro e il presente e, a fare da raccordo tra innovazione e tradizione, l'expertise di chi presidia i temi della transizione ecologica ogni giorno: con questo obiettivo la Fondazione MAIRE mette l'identità storica, tecnica e culturale del Gruppo al servizio della formazione degli ingegneri umanisti di domani.

«Aiutiamo le nuove generazioni ad andare oltre la competenza scientifica, avvicinando la dimensione umana e l'attenzione alla sostenibilità come fondamentale integrazione della formazione tecnica» spiega Ilaria Catastini, General Manager della Fondazione MAIRE. Un cambio di paradigma non solo necessario, ma strategico: «Per affrontare le sfide poste dai target di decarbonizzazione al 2050 e dagli impegni assunti a livello internazionale, serviranno figure tecniche e laureati che mettano competenze e ruolo al servizio della transizione ecologica» aggiunge Catastini.

Lavorare in maniera sinergica per rafforzare le competenze significa contribuire alla crescita di studenti consapevoli e sensibili ai fenomeni complessi del futuro, rendendoli protagonisti del mondo: come emerge dal rapporto annuale GreenItaly 2021 della Fondazione Symbola, nel periodo 2021-2025 il 38% del fabbisogno di professioni richiederà competenze green con circa 1,3-1,4 milioni di occupati. Per rispondere alla domanda e cogliere la preziosa opportunità, serve investire adesso sulla formazione: i green jobs del futuro non riguarderanno solo tecnici specializzati, ma anche figure più strettamente manageriali capaci di valorizzare risorse e progetti nel segno della sostenibilità e a tutela dell'ambiente. Dall'ingegnere energetico all'informatico ambientale, dal biomuratore all'ecodesigner, dal bioagricoltore al riciclatore, dall'installatore di reti elettriche a migliore efficienza al certificatore della qualità ambientale: con 3,1 milioni di occupati nel 2020 l'Italia è in prima fila nella transizione ecologica e occorre continuare a diffondere occasioni di formazione per sviluppare profili trasversali sui temi della sostenibilità e della transizione energetica. Un settore, sottolinea Catastini, in cui è fondamentale intervenire con tempestività e lungimiranza: «C'è una carenza di competenza sui temi della transizione energetica, in Europa e nel mondo: per questo motivo diventa sempre più prioritario orientare e formare le figure professionali del futuro che dovranno rendere concreta la transizione ecologica, rispettando le scadenze imposte».

Sviluppo sostenibile: in sinergia con scuole e università

Iniziative di orientamento e formazione, in format flessibili, dedicate sia alle scuole superiori che agli studenti universitari: la Fondazione MAIRE porta in classe l'ingegneria umanistica, promuovendo corsi integrativi e di orientamento per studenti di istituti tecnici e licei, insieme a lectures per universitari e dottorandi su temi verticali legati all'innovazione per la transizione green.

La "cassetta degli attrezzi" dei professionisti del domani si articola in un nuovo mindset, in cui l'orientamento all'innovazione e alla tecnologia si muove insieme alla sensibilità rispetto ai fenomeni sociali e una profonda attenzione verso il panorama economico e politico internazionale: «Ai ragazzi e alle ragazze chiediamo di mettersi in gioco in campi diversi e curare l'aspetto comunicativo: saper comunicare oggi è essenziale. Non basta il know-how tecnico».

Orientamento, formazione e divulgazione distinguono le attività della Fondazione MAIRE, per cui la creazione di opportunità di apprendimento per la sostenibilità ambientale è essenziale per il presente e il futuro del nostro Paese. «Occuparsi della questione ambientale è anche una straordinaria opportunità per scoprire talenti e innovazioni – sottolinea Catastini. Lo ha dimostrato la nostra partecipazione alla Fiera Didacta Italia, un appuntamento irrinunciabile dove il mondo della formazione incontra quello delle imprese, creando quell'intreccio necessario a fare della transizione ecologica un'occasione reale per il futuro di tanti ragazzi».

Il 2023 è l'anno europeo delle competenze e sono proprio loro il traino per costruire uno sviluppo realmente sostenibile: «La costruzione delle competenze necessarie sarà uno degli assi portanti del Piano industriale green dell'Europa annunciato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al Word Economic Forum di Davos – spiega Catastini – per cui occorre un'azione strategica tempestiva che aiuti gli europei a partecipare pienamente alla transizione verde dell'economia e della società, anziché limitarsi a reagire ad essa. L'apprendimento ambientale rientra in tale azione strategica».

Promuovere le discipline STEM

Un'azione che non deve lasciare indietro nessuno e valorizzare capacità diverse, in grado di fare la differenza insieme: è quello che si propone il progetto 5 passi da ingegnera, realizzato dalla Fondazione in Italia insieme a ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), rispondendo all'obiettivo di promuovere le discipline STEM come strumento di equità di genere nel percorso di transizione energetica.

Raccontando cosa si fa e come si lavora in una società di ingegneria leader nella transizione energetica, l'iniziativa punta ad attrarre le giovani studentesse verso il settore dell'efficienza energetica con particolare riferimento ai ruoli tecnici di natura ingegneristica. Come lo fa? «Proponendo la storia e il percorso formativo di ciascuno di noi, rispondendo alle domande e alimentando la curiosità» spiega Catastini.

Un traguardo da raggiungere che gioverebbe non solo alla trasversalità di competenze green, ma anche ai risultati in tale ambito: secondo il IV Rapporto sull'imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere, nelle attività professionali scientifiche e tecniche si registra il +17,4% della presenza femminile. Negli ultimi 5 anni, le imprese guidate da donne nel settore sono cresciute a un ritmo molto sostenuto, registrando un aumento del triplo rispetto a quelle maschili.

Pari opportunità, inclusione, equità. Il futuro è fatto di diversità come ricchezza; è fatto di persone non importa di quale genere, provenienza, razza o religione – con competenze multidisciplinari, flessibili, capaci di visione, di risolvere problemi complessi, come quelli legati alla sostenibilità della nostra vita sul pianeta, usando scienza e creatività e mettendo l'essere umano al centro.