Nel cercare di guardare avanti con intenti propositivi, chiudiamo il 2020 con la pubblicazione del sesto numero del nostro magazine EVOLVE che affronta il tema, quanto mai attuale, della resilienza e della ricostruzione post Covid-19. Nella scia dei precedenti focus sull'innovazione digitale, sulla green acceleration e sulla trasformazione della burocrazia in modello agile, anche in questo numero la redazione ha raccolto il contributo di diversi esperti, a partire da Alessandro Blasi, special advisor del direttore esecutivo dell'AIE, Fatih Birol: «L’impatto del Covid-19 non può essere trascurato. La pandemia – ha detto Blasi – offre una “finestra di opportunità” per ripensare il nostro modello di sviluppo in un approccio più rispettoso verso ambiente».

La resilienza resta una caratteristica fondamentale nel disegnare le strategie e i modelli del futuro. I primi bilanci sulle attività di smart working sono decisamente positivi: una modalità verso la quale il nostro Gruppo era strutturato già da qualche anno, e che proprio per questo non ha portato a un calo della produttività. «Oggi più che mai – ha spiegato nell'editoriale Gaetano Iaquaniello, NextChem Chairman and KT Innovation Strategy Vice President – nel percorso di uscita dalla crisi sanitaria ed economica del Covid-19, che ha analogie con lo shock petrolifero degli anni Settanta per via delle restrizioni alla mobilità e all’impatto economico, la sostenibilità è al centro di qualsiasi strategia di ripartenza industriale».

Di grande interesse è il contributo di Stefano Napoletano, Global Leader of Capital Projects & Infrastructure in McKinsey: «Le organizzazioni che riusciranno a reinventarsi potrebbero identificare nuove opportunità di crescita. Un’area nella quale le aziende si sono già ben adattate è l’utilizzo della tecnologia per affrontare il cambiamento degli ambienti di lavoro dovuto al Covid-19 e restare competitivi. Nostri studi mostrano inoltre che le organizzazioni che stanno rispondendo con efficacia alla crisi hanno implementato soluzioni più avanzate, prodotti digitali e talenti tecnologici per accelerare l’innovazione, e si aspettano che la maggior parte di questi cambiamenti restino anche dopo la pandemia».

Il coronavirus non è un cigno nero

Questa crisi potrebbe diventare un’opportunità storica per guidare il mondo verso una direzione sostenibile. All’improvviso la pandemia ci ha messo di fronte a cosa può accadere sul pianeta quando un rischio sistemico diventa realtà. Citando Nassim Taleb (autore dell’omonimo bestseller di cui EVOLVE si era occupato nel dicembre del 2017), Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Maire Tecnimont e NextChem, ha affrontato in un'intervista il tema della resilienza, spiegando come il Covid-19 abbia evidenziato la fragilità del nostro sistema: «Al netto del profondo dolore per le vittime di questo virus e per le loro famiglie, da questa storia possiamo trarre una parte positiva: la presa di coscienza che possiamo vivere in maniera impensabilmente diversa da come eravamo abituati a fare. Dobbiamo usare il senso di sorpresa con cui milioni di persone si sono accorte che lo smart working funziona, se regolato bene, per riflettere sul fatto che tante altre cose si possono fare molto diversamente. Bisogna guardare avanti nel lungo periodo, perché non basterà ridurre le emissioni e il consumo di energia. Occorre cambiare i comportamenti e i valori di riferimento sociali, economici e finanziari».

«Lo smart working – aveva spiegato nell'editoriale Gaetano Iaquaniello – ci parla di aziende del futuro. E se guardiamo al Green Deal Europeo, con l’orizzonte “emissioni zero” entro il 2050, non possiamo non pensare ai nostri giovani. In quella data saranno nel pieno della loro vita, preoccupati ancora più di noi dei temi dell’ambiente e della sostenibilità: per questo vanno coinvolti fin da subito nelle decisioni da prendere per tracciare le politiche di domani».

Nuovi distretti per l'economia circolare

In un percorso per uscire dall’emergenza Covid-19 e rilanciare l’economia, le strategie che guardano agli obiettivi sostenibili delle Nazioni Unite spostano il focus dall’economia lineare a quella circolare, sulla base di un sistema ideato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi e l’approvvigionamento di materia prima vergine. Ora con il nuovo progetto dei Distretti Circolari, grazie a sue tecnologie proprietarie, NextChem (società del gruppo Maire Tecnimont cresciuta sul concetto di transizione energetica, economia circolare e chimica verde) è in grado di produrre dai rifiuti nuovi prodotti e materie prime per l’industria, contribuendo alla riduzione delle emissioni. 

Spiega Fabrizio Di Amato, presidente e fondatore Maire Tecnimont: «Implementando il riciclo meccanico della plastica, e promuovendo in parallelo quello chimico, diamo forma a un’economia pensata per auto-rigenerarsi. Si tratta di fatto di una trasformazione esistenziale». Secondo il rapporto “What a Waste 2.0” della Banca Mondiale, ogni anno generiamo circa due miliardi di tonnellate di rifiuti. «Se non mettiamo in campo interventi urgenti – dice Di Amato – entro il 2050, con l’aumento della popolazione globale e l’urbanizzazione, i rifiuti globali aumenteranno del 70 per cento, con una produzione di 3,4 miliardi di tonnellate».

Per la sezione Sostenibilità, EVOLVE ha intervistato Gianni Bardazzi, Group Special Initiatives and Regions Coordination Senior VP, Russia & Caspian Region VP. Maire Tecnimont ha di recente firmato un protocollo di intesa con Cassa Depositi e Prestiti per supportare i propri fornitori strategici anche sotto un profilo finanziario. «L’iniziativa – ha detto Bardazzi – rappresenta un supporto concreto alla competitività delle imprese della filiera in Italia e nel mondo. Nel periodo 2017-2019, il nostro Gruppo ha contribuito, attraverso la propria catena di fornitura nazionale, a generare un impatto socio-economico positivo e sostanziale sul territorio italiano, sia in termini di valore aggiunto che di occupazione sostenuta».

Storie di Resilienza

Come detto, il denominatore comune dell'intero numero di EVOLVE è stato il tema della resilienza. Per questo è di grande valore il contributo portato dal professor Pietro Trabucchi (Psicologo della Squadra Olimpica Italiana di Sci di Fondo ai Giochi di Torino 2006 e delle Squadre Nazionali di Triathlon), che oggi si dedica alle Squadre Nazionali di ultramaratona e a seguire numerosi atleti di sport di resistenza, tra cui il canottaggio. «Oggi il contesto è destrutturato, la situazione è senza punti di riferimento solidi. Occorre allenare la nostra convivenza con l’incertezza. La capacità di mantenere un obiettivo per un tempo molto lungo è insita dentro di noi da millenni. Per questo la crisi in realtà è affrontabile se uno pensa alle risorse che ha dentro di sé per superarla».

Il numero si chiude con le Storie di resilienza, testimonianze di lockdown dalle sedi Maire Tecnimont nel mondo. E con un reportage di taglio storico, che racconta di come siano cambiate le nostre città in seguito a eventi improvvisi come lo shock petrolifero del 1973, quando le metropoli si ritrovarono con le automobili ferme, le insegne spente e i lampioni abbassati. La domanda alla quale oggi siamo chiamati a rispondere in termini di resilienza è se, a distanza di quasi mezzo secolo dalla crisi petrolifera degli anni Settanta, siamo finalmente disposti ad attuare la cosiddetta “svolta green”. L’unica in grado di difenderci dalle conseguenze di un blocco dell’economia che derivano da rischi sistemici come il Covid-19 e dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Per scoprire di più leggi il nuovo numero di Evolve