Ci sono domande fondamentali alle quali ogni imprenditore e ogni impresa, grande o piccola che sia, deve saper rispondere in un determinato contesto storico-economico. Oggi è necessario trovare la risposta giusta a questo quesito: «Perché è importante integrare le politiche di sostenibilità nel business aziendale e cosa significa in concreto questa integrazione?» Partiamo con il dire che la sostenibilità è ormai intesa come strumento chiave per sostenere non solo la competitività e la reputazione di un’impresa, ma anche la sua redditività. In altre parole la sostenibilità non può più essere considerata come qualcosa che si aggiunge alle attività ordinarie, ma ne diventa parte integrante. Studi e analisi diffuse negli ultimi anni da mondo accademico e addetti ai lavori suggeriscono risposte diverse sul tema dell’integrazione della sostenibilità al business aziendale. Non esiste un’opinione condivisa, ma molteplici punti di vista, ognuno dei quali sottolinea un aspetto chiave di questo legame. Per comprenderli è utile analizzare i risultati di una ricerca realizzata da Ernst & Young, intitolata “Seize the change – Integrare la sostenibilità nel core business”, dove il network mondiale di servizi di consulenza individua le cinque più importanti accezioni del concetto di integrazione tra sostenibilità e business:

Spinta all’eccellenza operativa, perché potenzia la capacità dei processi di raggiungere i risultati attesi, arricchendoli e aggiornandoli attraverso la lente della sostenibilità (un esempio è l’aver introdotto delle clausole di sostenibilità ambientale e sociale nel processo di selezione/gestione dei fornitori o l’integrazione dei rischi di sostenibilità nel processo di risk management).



Pensiero integrato, nel quale l’integrazione è un nuovo modo olistico di pensare l’azienda e di concepire la creazione di valore come risultato dell’interazione tra capitali tangibili e intangibili nello specifico contesto in cui opera.



Motore d’innovazione, perché l’integrazione genera nuove modalità di innovazione dei prodotti, che includono aspetti ambientali e sociali fin dalla loro concezione.



Risposta a un mondo che cambia, intesa come la capacità delle aziende di capire e interpretare i cambiamenti sociali, ambientali ed economici in atto, tanto da trasformare non solo le pratiche operative, ma anche la finalità stessa del business.



Nuovi modelli di impatto sociale, dove si affermano modelli di business radicalmente nuovi, realmente orientati al bene comune e all’impatto sociale.



Per quanto riguarda il tema dei vantaggi dell’integrazione tra sostenibilità e business, EY riconduce i benefici atre macro-categorie: maggiore attrattività per gli investitori e riduzione dei rischi, customer commitment e benefici reputazionali, migliore gestione delle risorse umane.


Nel primo caso, emerge una correlazione positiva tra integrazione della sostenibilità e risultati finanziari in termini di rendimenti azionari, ritorni sul capitalee sugli investimenti. I risultati sono stimati in un differenziale di performance tra il 4% e il 6% per le aziende “ad alto contenuto di sostenibilità” rispetto a realtà non strutturate. Perché? Migliore gestione dei capitali intangibili, visione di lungo periodo, forti relazioni con tutti gli stakeholder aziendali e maggiore attenzione alla gestione dei rischi. Per ciò che riguarda il customercommitment e i benefici reputazionali, gli analisti sostengono che la sostenibilità rafforza il legame con il cliente dal punto di vista commerciale e valoriale, sviluppando una fidelizzazione al brand. Infine, il terzo beneficio riguarda una migliore gestione delle risorse umane misurato in un aumento della produttività dei lavoratori, soddisfazione sul posto di lavoro e una maggiore attrattività aziendale rispetto ai nuovi talenti

Il percorso di Maire Tecnimont

Nell’ambito del nostro Gruppo, tutte queste domande sono state poste molti anni fa. Da tempo abbiamo elaborato, grazie al supporto di una cultura aziendale sempre più matura, le risposte in tema di integrazione delle politiche sostenibili con il core business. Da questa consapevolezza si è sviluppata nel corso del tempo la nostra resilienza, quella capacità di adattamento e reazione agli shock esterni che ci ha permesso di affrontare la crisi generata della pandemia, evento che ha sconvolto gli equilibri dei mercati e minacciato qualsiasi forma di organizzazione sociale. È anche per questo che abbiamo compreso a fondo il significato di “sostenibilità”: ovvero un percorso verso l’evoluzione, che nasce dai valori di un’azienda, vive nei suoi processi e genera impatto nel mondo. Attraverso le risposte alle giuste domande (quelle sopra esaminate) si generano parole e messaggi chiave che definiscono e determinano lo stile imprenditoriale di ogni azienda. In Maire Tecnimont gli asset sono: impegno verso l’accelerazione della transizione energetica, digitalizzazione, innovazione aperta e creazione di valore per le comunità dei territori in cui operiamo nel rispetto dell’ambiente. Sottolineando che, per noi, al centro ci sono tutte le nostre persone, la loro crescita professionale, la loro salute e il loro benessere.

Una strategia ispirata agli Obiettivi dell'Onu

Proprio in questo 2021, un altro anno che ha bissato in termini di criticità le difficoltà legate all’emergenza Covid del 2020, abbiamo deciso di ribadire con maggiore vigore i concetti chiave del Gruppo, traducendoli in una Strategia di sostenibilità ispirata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: percorso complementare alla nostra strategia industriale e ai principi ESG. In quest’ottica, oltre ad aver ampliato la struttura dedicata alla sostenibilità, stiamo creando una task force dedicata alla riduzione delle emissioni di CO2, un Diversity e Inclusion Committee e diversi gruppi di lavoro per sviluppare linee di azione e progetti su quattro aree di intervento, i quattro cluster che guidano la strategia di sostenibilità: clima, economia circolare e ambiente, persone, innovazione che porta benessere, comunità e territori. 


Più nel dettaglio i macro-obiettivi nell’area ambientale riguardano:


• Il contributo alla mobilità sostenibile con lo sviluppo di tecnologie per carburanti low carbon e ‘bio’.


• La circolarità della plastica (grazie a tecnologie per un riciclo di qualità, meccanico e chimico) e l’incremento di soluzioni per produrre bio-plastiche.


• Lo sviluppo di tecnologie per la transizione a un’economia a idrogeno e per un uso più sostenibile del gas.

Tutto questo attraverso un concetto di innovazione non solo tecnologica (concentrata in particolare nella controllata NextChem), ma anche economico-sociale, strettamente connessa al concetto di benessere e allo stesso tempo aperta e interconnessa con l’ecosistema esterno. Un’innovazione capace di contribuire sia al processo tecnologico che a quello sociale, riducendo gli impatti ambientali e contribuendo al percorso verso la decarbonizzazione. Ne sono un esempio i Distretti Circolari Verdi, 10 progetti allo studio sul territorio nazionale che concentrano tecnologie innovative nel settore della chimica verde e del riciclo, con l’obiettivo di riconvertire siti produttivi finora utilizzati dall’industria tradizionale e brownfield. 


«Lo scenario esterno a livello internazionale e nazionale – spiega Ilaria Catastini, Group Sustainabilty Manager di Maire Tecnimont – sta cambiando con una rapidità mai vista prima nella spinta verso la riduzione delle emissioni climalteranti e nel rispetto dei Sustainable Development Goals. Maire Tecnimont vuole avere un ruolo di abilitatore della transizione energetica nei settori hard to abate, a livello mondiale. Allo stesso tempo questo è un obiettivo sia di business della nostra Green Unit e sia di sostenibilità: attraverso lo sviluppo di proposte tecnologiche per la decarbonizzazione e l’economia circolare, stimoliamo la transizione ecologica consentendo un’accelerazione dei percorsi verso la neutralità carbonica. Inoltre lavoriamo sulla riduzione delle nostre emissioni e sull’innovazione di processi tradizionali per minimizzarne gli impatti ambientali».


L’obiettivo è raggiungere la carbon neutrality nel 2030 per le emissioni dirette e indirette, con target esteso alle emissioni della catena del valore entro il 2050.

Un’attenzione particolare è rivolta allo sviluppo sociale, dove poniamo come obiettivi prioritari la salute e la sicurezza delle nostre persone attraverso una formazione e responsabilizzazione continua, la promozione di un ambiente multiculturale e inclusivo, la creazione di valore nei territori dove operiamo. Così come la promozione di open innovation e digitalizzazione.


Le parole dell’ad Pierroberto Folgiero sintetizzano gli obiettivi della nuova Strategia di sostenibilità: «Abbiamo iniziato dieci anni fa il nostro percorso, con l’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite. Oggi abbiamo inserito a pieno titolo alcuni indicatori ESG (ambientali, sociali e di governance) nella nostra strategia industriale. Possiamo e vogliamo assumere un ruolo di abilitatori della transizione energetica, mettendo la nostra conoscenza dei processi di trasformazione delle risorse naturali al servizio di un’economia sempre più circolare e a basso impatto carbonico e vogliamo farlo creando valore a beneficio delle persone. Le persone per noi sono al centro, sia che lavorino per noi, per le nostre catene di fornitura, o che vivano nelle comunità locali nelle geografie dove operiamo. Il progresso a cui tendiamo, come ingegneri e come realizzatori, è un progresso sostenibile che crea benessere per le persone, nel rispetto dei diritti umani, della diversità che crea ricchezza culturale, del potenziale di ognuno, a livello personale e professionale».

Maire Tecnimont E La Sostenibilità

Il Gruppo, da quest’anno riconosciuto come ESG Identity - IGI COMPANY 2021 EticaNews, nel 2020 ha realizzato:

• oltre 30 progetti industriali in corso nel mondo che impiegano tecnologie per la transizione energetica, con un portafoglio di tecnologie in crescita grazie a svariati accordi di partnership;

• oltre 10 progetti allo studio in Italia per la creazione di Distretti Circolari Verdi;

• oltre 10 progetti internazionali di ricerca per la transizione energetica;

• ampliamento del perimetro di rendicontazione alle emissioni indirette di tipo Scope 3, con l’obiettivo di definire un piano di riduzione progressiva delle emissioni, con la compensazione di quelle non abbattibili;

• certificazione SA8000 a livello multi-geografico, primo Gruppo italiano e primo al mondo nella tecnologia, ingegneria e costruzione dell’industria energetica ad ottenere una certificazione di questo tipo;

• sottoscrizione dei Women’s Empowerment Principles (WEPs) promossi dal Global Compact;

• lancio del programma di qualifica ESG per tutti i nuovi fornitori che include criteri sociali e ambientali e di governance;

• erogazione di oltre 1,27 milioni di ore di formazione ai dipendenti e ai subappaltatori del Gruppo con una media di formazione per dipendente pari a circa 27 ore con un particolare focus sulla cybersecurity;

• consolidamento del piano pluriennale di In-Country Value;

• il 53% degli acquisti nell’anno legati ai progetti in corso sono stati eseguiti localmente e circa l’88% dei nuovi assunti, nelle nuove geografie, proviene dal mercato del lavoro locale;

• ottima performance HSE con un indicatore LTIR (indice di frequenza di infortuni con assenza dal lavoro di almeno un giorno) pari a zero;

• oltre 1.700 brevetti complessivi e 81 progetti di innovazione, adozione di un modello di Open Innovation che coinvolge Università, start-up e partner locali;

• miglioramento del rating con punteggio A nell’indice MSCI e A- nel CDP Supplier Engagement Leader.