Chi era presente ricorda con una certa emozione quella limpida serata dell’ottobre del 2015 a Milano. Per festeggiare il decimo anniversario della nascita di Maire Tecnimont, le Torri Garibaldi del quartier generale venivano illuminate con un evento suggestivo nell’ambito del “TEN to ONE: Toward the Future”. Nella prima convention globale del Gruppo era stata lanciata la nuova visione strategica, basata sui valori del Gruppo e su quelli che poi sarebbero diventati gli otto Mottos, il patrimonio comune della company. C’era bisogno di un modo per tenere viva l’atmosfera di condivisione e di impegno collettivo di quell’evento, dove c’eravamo sentiti tutti chiamati a dare il proprio contributo ad una nuova storia comune.

Sull’onda di quella che fin da subito era apparsa come un’evoluzione culturale oltre che una riorganizzazione aziendale, nel 2017 nasceva EVOLVE – il magazine che state sfogliando – concepito non solo come strumento di riflessione per condividere esperienze e risultati, ma con l’ambizione di fornire ai lettori stimoli e narrazioni utili a interpretare meglio i cambiamenti in corso, sia a livello economico che geopolitico. Di più: la rivista doveva tenere acceso il fuoco di quell’impegno comune.

«Fin da subito – spiega Carlo Nicolais, direttore responsabile del magazine – non volevamo che EVOLVE diventasse il classico house organ d’impresa, dove i manager e i loro team si “parlano addosso” con un linguaggio autoreferenziale. Abbiamo immaginato uno strumento che andasse oltre i singoli progetti e i numeri ottenuti: l’idea era di approfondire in controluce e declinare a cadenza monografica i Mottos, i pilastri distintivi che definiscono la cultura d’impresa del Gruppo, il Maire Tecnimont way, ovvero l’atteggiamento professionale e le attitudini relazionali con cui ciascuna persona del Gruppo potesse sentirsi protagonista del proprio lavoro ogni giorno. Un lavoro prezioso, un contributo insostituibile: ma senza paternalismi!».

Questo è il fulcro. Lo sviluppo delle imprese energetiche e di trasformazione delle risorse naturali è orientato verso nuove formule di sostenibilità ambientali, sociali ed economiche: modelli che devono tenere conto di contesti normativi, tematiche di responsabilità sociale e centralità dell’uomo rispetto alla meccanizzazione dei processi. «Il magazine EVOLVE – dice Nicolais – si pone al centro di questo dibattito tentando di innovare nei contenuti e nella grafica. Nei numeri finora pubblicati abbiamo ospitato oltre cinquanta contributi esterni, tra articoli e interviste. I lettori hanno potuto approfondire il pensiero di personaggi del calibro di Nassim Taleb (autore del Cigno Nero e di Antifragile), di W. Chan Kim e Renée Mauborgne (Oceano Blu), Pierre Lévy (L’intelligenza collettiva), Jared Diamond (Armi, acciaio e malattie), Geoff Mulgan
(Big Mind), Alec Ross (Il nostro futuro), Gunter Pauli (Blue Economy), Stephen Covey (Smart Trust), Michele Zanini (Humanocracy), Gregg Braden (Il potere della resilienza), e Yuval Noah Harari (Homo Deus) tanto per ricordarne alcuni».

EVOLVE ha dato parola a tanti protagonisti come Ferruccio Resta e Mariano Corso (Politecnico Milano), Guido Saracco (Politecnico Torino) e Andrea Prencipe (LUISS), Edo Ronchi (Fondazione Sviluppo Sostenibile), Alessandro Blasi (International Energy Agency) e Marco Bentivogli. «Miscelando i contributi esterni alle voci interne del nostro management, dei nostri team di progetto e delle nostre persone disseminate nei cinque continenti, abbiamo trattato le tematiche del lavoro evidenziandone la partecipazione, la pluralità e l’integrazione. Affrontando il tema della gestione del cambiamento, abbiamo compreso che porsi le domande giuste è la chiave migliore per innescare una trasformazione. Posso affermare con soddisfazione che gli obiettivi di comunicazione di questo primo ciclo sono stati ampiamente raggiunti, compreso il fatto di aver declinato il magazine in versione podcast: EVOLVE è infatti il primo progetto di podcast aziendale basato sui contenuti del proprio corporate magazine. Ma la soddisfazione più grande è vedere i colleghi fare propri questi mantra, “abitare” i Mottos di EVOLVE, scattarsi un selfie con la rivista, giocare a modificare creativamente quei semplici disegni».

Come ci ha cambiato l’esperienza EVOLVE? Quali benefici possiamo riconoscere in atto e in prospettiva? «Questo magazine oggi rappresenta una sorta di patrimonio culturale a cui attingere per progetti e strategie future. Nel tempo ci siamo accorti che alcuni temi – che all’inizio ci sembravano solo interni – erano in realtà di grande interesse per il pubblico esterno. La rivista EVOLVE è solo in parte un’operazione di supporto al turnaround culturale di Maire Tecnimont, di semina di attitudini imprenditoriali: in realtà viene letta con specifico interesse da personalità dell’economia e delle istituzioni, manager, professionisti, giornalisti, professori e studenti universitari. Il risvolto positivo è quello di aver scoperto che i Mottos aziendali – se trattati con standard alti, come facciamo attraverso interviste, articoli e reportage – si trasformano in proposte culturali che vanno ben al di là del perimetro del Gruppo. Il singolo lettore, nella sua identità professionale, ritrova una modalità per interpretare il contesto in cui opera, uno stile lavorativo per orientarsi nel mondo. Abbiamo capito che potevamo avere il coraggio di tirar fuori la nostra cultura di impresa, perché un’impresa può fare cultura».

A proposito di digitalizzazione: con un tempismo per certi versi inconsapevole, il magazine è nato in un periodo durante il quale le imprese sono fortemente coinvolte dalla rivoluzione dei big data, dal tema del rapporto uomo/macchina e dalla nuova centralità del singolo rispetto alla meccanizzazione dei processi. Per questo EVOLVE dedica una serie di approfondimenti utili a individuare le competenze del prossimo decennio, con uno sguardo di rilievo per la figura del cosiddetto “Ingegnere Umanista”. «Di questo profilo molto italiano si parla poco – conferma Nicolais – se non all’interno di circuiti specialistici o storici. L’ingegnere umanista risponde invece alla complessità contemporanea: e la rivista, parlandone con grande attenzione, ha funzionato come una sorta di incubatore di idee, di laboratorio creativo per affrontare con elementi rinnovati gli scenari difficili a cui andiamo incontro. Il lavoro di “pensatoio” ci ha convinti a tal punto che, proprio qualche mese fa, nella scia delle tematiche di EVOLVE e dell’ingegneria umanista, è nata la nuova fondazione di Maire Tecnimont che ha scelto, in continuità con la filosofia di fondo, lo stesso nome del magazine. La fondazione “EVOLVE” (di cui abbiamo parlato a pagina 16 in un’intervista al presidente Fabrizio Di Amato) nasce dunque su questi presupposti: non come generica istituzione di responsabilità sociale su temi verticali, ma come ulteriore laboratorio di eventi e iniziative sui temi dell’ingegneria umanistica. Di solito il percorso è inverso: ma il fatto che sia nata prima la rivista e poi la Fondazione è significativo dell’importanza del lavoro fatto fin qui. E da oggi parte un nuovo ciclo editoriale ed una nuova storia».